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La Scuola per educare alla legalità

Seppur viviamo un tempo nel quale parole come etica, morale, famiglia, scuola hanno perduto il loro contenuto di riferimento per assumere quello di semplice termine vocale, sono però fermamente convinto che la strada che conduca alla conoscenza della legalità, al rispetto per le leggi ed alla prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti inizi sui banchi di scuola.
Infatti, è proprio la scuola a rappresentare per i giovani il primo impatto con la società e le sue norme; con il mondo reale rispetto a quello protettivo della famiglia; con un sistema complesso quale è la quotidiana esistenza che metterà alla prova la capacità del ragazzo d’integrarsi mediante il confronto con gli altri, la capacità di affermarsi, il valore del merito.
E’ fuor di dubbio che se oggi i giovani manifestano un crescente allontanamento da valori etico-morali a cui le vecchie generazioni erano legate, la scuola, così come la famiglia e la politica, hanno grande responsabilità.
Venendo meno questi “caposaldi” morali, per colmare il vuoto da essi prodotto e su cui spesso s’innesta la “disponibilità” da parte dei giovani,  ad usare le droghe, per informare,  prevenire ed educare al “non” uso delle droghe, non sono più sufficienti ne l’uso della multimedialità, ne il computer e neppure le nuove metodologie didattiche; occorre decisamente tornare a “fare scuola”, consapevoli della necessità di ricostruire validi schemi di riferimento, con l’intento di riproporre, alle giovani generazioni, un sistema stabile e coerente di valori, che consenta loro di percepire, decifrare ed efficacemente  comprendere la realtà in cui sono immersi.
In quest’ottica, la scuola e le persone che vi lavorano, sicuramente rappresentano veri e propri presidi, avamposti sul territorio, nelle attività di informazione e di prevenzione dell’uso delle droghe e dell’alcol, nella riaffermazione di stili di vita sobri e salutari. Allo stesso modo, non posso non ritenere strategico il ruolo della scuola nella formazione e nell’educazione alla legalità, eventualmente anche attraverso il concorso di altre istituzioni deputate, in via prioritaria, alla tutela della legge e all’applicazione delle norme.
E in questa direzione va, tra gli altri, il progetto “Educare alla legalità” rivolto agli studenti di età compresa tra i 9 e i 13 anni degli istituti primari e secondari di 1° grado di tutta Italia, per gli anni scolastici dal 2010 al 2013, che, nei giorni scorsi, mi è stato illustrato dalle gerarchie del Corpo della Guardia di Finanza.
Obiettivo: promuovere la cultura della legalità e realizzare una campagna di prevenzione all’interno dei plessi scolastici per contrastare il fenomeno del consumo della droga attraverso una capillare e mirata attività d’informazione sui danni alla salute che tale insensata pratica comporta.
Gli incontri nelle scuole, segnalati anche all’attenzione del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, si incentreranno sulla proiezione di un filmato, appositamente predisposto dalla stessa Guardia di Finanza, in cui si evidenziano, con un linguaggio adeguato all’età dei ragazzi, i rischi connessi all’uso delle droghe. Seguiranno alle immagini, un breve approfondimento a cura dei militari del Corpo operanti nel settore antidroga e una coinvolgente esibizione dell’unità cinofila, con cui illustrare ai ragazzi le modalità di ricerca delle sostanze stupefacenti da parte del cane e del suo conduttore.
L’iniziativa, cui è stato concesso il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Politiche Antidroga, si colloca tra i progetti di comunicazione della Guardia di Finanza, volti, da un lato, alla promozione della cultura della legalità e, dall’altra, alla tutela della salute, in questo caso, dei cittadini più giovani, minacciata dal contagio dell’uso delle sostanze stupefacenti.

Anche questo progetto si inserisce perfettamente nella strategia del Governo per ridurre la diffusione delle droghe che, come è noto, si basa non solo su una serrata attività di contrasto del narcotraffico ma anche su una rafforzata capacità di intercettare precocemente i segnali di disagio dei giovani consumatori e ridurne la propensione all’uso delle sostanze stupefacenti.

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